Cronache

La bella parabola del cane della Bibbia Che rinasce in Italia

Il Canaan Dog è una specie "primitiva": i devastanti incroci lo hanno risparmiato. E lui ricambia con l'assoluta fedeltà

La bella parabola del cane della Bibbia Che rinasce in Italia

Il desiderio di accarezzare un cane che è citato nella Bibbia è forte, ma il mio ospite mi fa cenno di non provarci, non nel suo territorio. Finirebbe male. Se lo incontri, assieme al suo padrone in centro città, allora puoi fargli una carezza sulla testa, provando il brivido di toccare un pezzo di storia antica.
Ho conosciuto casualmente Eitan Ozeri viaggiando su Internet. Stavo facendo una ricerca sul rarissimo Canaan Dog, il cane d'Israele, appartenente a quelle razze che vengono definite «primitive», perché sono rimaste tali e quali per centinaia o migliaia d'anni, senza che la mano dell'uomo ne abbia cambiato il patrimonio genetico con i devastanti incroci che hanno nanificato o «clownificato» il Dna per seguire le mode imperanti. Le razze primitive, alcune della quali vivono ancora allo stato selvatico, sono molto rare e hanno nomi poco conosciuti, a parte forse il nostro Cirneco dell'Etna, il Basenji e lo Shiba Inu (l'Hachico del film con Richard Gere). Tutti hanno un loro fascino, come i monumenti antichi, ma incontrare il cane della Bibbia, il cane del deserto di Giudea, insomma il Canaan Dog, ha un fascino particolare. Ce ne sono sei soggetti (veri) in Italia e due di questi, maschio e femmina, appartengono a Eitan il cui invito ad andarlo a trovare colgo al volo.
Eitan è nato in Israele, si è trasferito in California dove si è specializzato in chirurgia maxillo facciale. Ex pilota di caccia F15 nell'aviazione militare, divide il tempo tra la sala operatoria egli aerei civili che ora pilota. Il tempo libero che gli resta, è per i suoi cani e anche per fare marmellate con le piante del suo bosco. Quella di petali di rosa canina che mi regala è strepitosa. Entrare in casa presenta qualche piccola complicazione. Prima è necessario operare qualche travaso d'ambiente, perché la territorialità del Canaan è proverbiale e mai sopporterebbe un ospite sconosciuto nel suo territorio, specie ora che la femmina è vicina al parto. Mentre osservo i cani che si sono acquetati e siedono nel giardino recintato, Eitan mi fa notare alcune caratteristiche di cui avevo letto. La struttura del Canaan Dog è compatta, muscolosa e agile, 20 Kg di muscoli, pronti a scattare come una molla. Le orecchie, molto sviluppate, sono due vere e proprie antenne che lavorano, in simultaneo silenzio, con due occhi cui non sfugge il silenzioso avanzare di un ramarro verde sull'erba. Il Canaan è un «watch dog» (cane da guardia) per eccellenza. Le sue caratteristiche di resistenza alle malattie, adattabilità al clima, scarse richieste di cibo e acqua lo hanno fatto sopravvivere nel deserto della Giudea dove esistono ancora poche decine di soggetti selvatici, protetti dalla nazione israeliana. Con il proprietario, e il nucleo familiare col quale è nato, è devoto tanto quanto sospettoso e inquisitivo con qualunque ospite varchi la linea del suo territorio.
«Vedi» mi fa notare Eitan «quando fa i suoi bisogni entra in un cespuglio e poi li ricopre come fa il gatto. Nel deserto puoi avere molti nemici ed è meglio nascondere tutto di te».
Cinque giorni fa mi è arrivato un sms da Eitan. La femmina ha partorito sei cuccioli in piena salute. Questa forse volta riuscirò a toccare sei piccoli monumenti.

Mamma permettendo naturalmente.

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